BLSD in era Covid

Nell’attuale situazione di emergenza che stiamo vivendo dobbiamo constatare e ricordare che non ci sono solo le vittime dirette della pandemia; ad esempio in piena emergenza Covid-19 è triplicata la mortalità per infarto e questa è stata legata, nella maggior parte delle volte, al mancato trattamento o a un trattamento tardivo.

L’allarme è arrivato a maggio, in piena era Covid, dai cardiologi della Sic (Società italiana di cardiologia) e si è basata sui numeri contenuti in uno studio multicentrico nazionale – condotto in 54 ospedali, valutando i pazienti acuti ricoverati nelle Unità di terapia intensiva coronarica (UTIC) nella settimana tra il 12 e il 19 marzo e si è registrata una mortalità tre volte maggiore rispetto allo stesso periodo del 2019, un aumento dovuto nella maggior parte dei casi a un infarto non trattato o trattato tardivamente e come noi ben sappiamo, l’infarto è la prima causa di arresto cardiaco improvviso e come se non bastasse un altro studio ci dice che le procedure salvavita si sono ridotte fino al 40%. Dato che abbiamo in Italia 50/60.000 morti l’anno per arresto cardiaco improvviso e che come abbiamo detto la maggior parte sono la conseguenza di un IMA, c’è la seria possibilità che, se non effettuiamo un’inversione di percorso, la mortalità a seguito di infarto, oltre a superare di molto quella da Covid-19 potrebbe avere effetti devastanti a livello sociale.

Se consideriamo che l’IMA prima e l’eventuale arresto cardiaco poi richiedono entrambi un intervento immediato, si evidenzia subito il perché della gravità del problema in questo momento. Una persona colpita da infarto deve essere immediatamente portata presso un Ospedale per i trattamenti del caso, altrimenti va incontro molto spesso all’arresto cardiaco o comunque a danni permanenti al miocardio ed è quindi fondamentale il riconoscimento e il successivo immediato allarme alla centrale operativa di soccorso 112/118.

Vediamo quali sono i più frequenti sintomi di un infarto:

  • Forte oppressione e dolore (o bruciore) al torace (dolore retrosternale);
  • Il fastidio/dolore può irradiarsi a tutto il torace, alle spalle, alle braccia, al collo, alla mandibola;
  • Dolore alla parte superiore dell’addome che può essere confuso con sintomi da reflusso o gastrite;
  • Insorgenza di affanno non giustificato;
  • Sudorazione profusa, pallore, nausea, debolezza, polso irregolare;
  • Il dolore è indipendente dai movimenti del corpo o della respirazione.

Non dobbiamo ignorare questi sintomi e/o aspettare “che magari passino da soli” (per paura di portarci presso un Pronto Soccorso), ma dobbiamo assolutamente mettere a riposo e tranquillizzare la persona colpita dal probabile IMA ed allertare immediatamente il sistema di emergenza territoriale.

Nel caso avvenisse un arresto cardiaco, come ci si comporta nell’era Covid-19?

Dobbiamo dire che tutte le Società Scientifiche del pianeta hanno rivisitato le Linee guida per dare nuove indicazioni sia ai soccorritori professionisti che a quelli occasionali, questo poiché intorno all’infortunato durante la RCP, esiste il rischio per i soccorritori di essere esposti ai fluidi corporei, goccioline di saliva e aerosol provenienti dalle vie respiratorie della vittima generate durante le procedure di rianimazione.

Darò qualche indicazione più specifica ai soccorritori occasionali e quindi alla popolazione:

  • SICUREZZA DELLA SCENA

La valutazione della sicurezza è il primo passo di ogni intervento di soccorso: sicurezza per il soccorritore, per il paziente, per i presenti. Dopodiché, se non già fatto, indossare i DPI (mascherina e guanti) prima di avvicinarci ed ovviamente valutare tutti gli altri rischi connessi ad un nostro intervento (vetture in movimento, oggetti pericolanti, folgorazioni, ecc.).

  • AIUTO

Se la persona ha i sintomi di un probabile infarto o è incosciente, allertiamo o facciamo allertare immediatamente il sistema di emergenza territoriale 112/118. Per vedere se è incosciente urliamo “Mi senti amico, mi senti?” e posizionandoci a livello del bacino, allunghiamo un braccio dandogli dei colpetti sulle spalle, tenendoci sempre a distanza di sicurezza.

  • VALUTAZIONE RESPIRO/CIRCOLO

Valutiamo i segni di circolo “MoToRe” (MOvimento TOsse REspiro), ad es. per valutare se la persona respira guardiamo da una distanza non inferiore al metro se il torace si espande, se nell’arco di 10 secondi non abbiamo visto nessun movimento del torace o ci sembra che non ce ne siano stati comunichiamolo al 112/118 o facciamolo fare a chi ci è vicino e facciamoci portare un defibrillatore (se abbiamo l’abilitazione all’utilizzo) e iniziamo immediatamente le manovre rianimatorie (RCP).

Le manovre di rianimazione nell’adulto (persona che ha superato la pubertà) consisteranno esclusivamente nel massaggio cardiaco effettuato al centro del torace, avendo l’accortezza di mettere la mascherina anche alla persona a terra a cui faremo il massaggio. Il massaggio cardiaco lo ricordiamo, si effettua al centro del torace, mettendo il palmo della nostra mano più forte sotto e il palmo dell’altra mano sopra, avremo cura di girare il nostro viso verso i piedi del paziente ma con la coda dell’occhio terremo sempre sotto controllo il torace ed il viso del paziente per notare prontamente eventuali segni di circolo (MoToRe). Effettueremo delle compressioni rapide e profonde (100/120 cp al minuto per 5 cm di profondità) e continueremo senza fermarci mai fino a che:

  1. qualcuno non ci darà il cambio,
  2. fino all’arrivo dei soccorritori,
  3. fino a che la persona non darà segni di vita (apra gli occhi, deglutisca, si muova, respiri, ecc.), in quest’ultimo caso ci fermeremo e rivaluteremo per 10 secondi se il torace ha ripreso ad espandersi ritmicamente (almeno 1 o 2 volte in 10 secondi), se non noteremo segni di vita (MoToRe) riprenderemo il massaggio cardiaco;

o fino all’arrivo di un DAE (Defibrillatore semiautomatico esterno);

  • DAE

Se i “segni di vita” non sono tornati e ci portano un DAE, se abilitati, lo attacchiamo subito. Per evitare interruzioni del massaggio cardiaco possiamo far montare il DAE a qualcuno presente sul posto o possiamo attaccarlo noi facendo, magari,  proseguire il massaggio cardiaco a qualcun altro.

Per quanto concerne le ventilazioni, non si devono più effettuare sull’adulto da soccorritori occasionali, mentre invece, le attuali raccomandazioni, ci ricordano quanto siano importanti le ventilazioni per i pazienti pediatrici (pazienti dalla nascita e fino alla pubertà). Il soccorritore occasionale che interverrà su un paziente pediatrico dovrà valutare i rischi connessi ad una eventuale insufflazione senza presidi, ovviamente, nel caso di un proprio parente stretto o convivente (figlio, nipote, ecc.) le possibilità di contagio saranno minime (essendoci già esposti), diverso sarà se il piccolo paziente è uno “sconosciuto”, in quel caso la decisione sarà del soccorritore che valuterà se il rischio per sé sarà nettamente inferiore all’eventuale beneficio per la vittima. È importante sottolineare che la pochet mask non ci protegge da un eventuale trasmissione del virus.

Ricordiamo che è di vitale importanza ventilare, per dare qualche chance in più, oltre che al paziente pediatrico, anche alle persone che vanno in arresto cardiaco a seguito di annegamento (The International Liaison Committee on Resuscitation  -ILCOR- definisce l’annegamento come un processo che determina un’insufficienza respiratoria primaria da sommersione/immersione in un mezzo liquido).

Per quanto concerne le manovre di disostruzione, non vi è stata nessuna modifica e quindi rimangono attive le attuali linee guida ERC.

Ricordiamo infine, che dopo aver effettuato la RCP, bisogna lavarsi accuratamente le mani (specialmente se non abbiamo utilizzato i guanti), lavare accuratamente tutti gli abiti che indossavamo e di contattare quanto prima, per ulteriori suggerimenti, il nostro medico curante e/o la ASL di competenza e/o i numeri telefonici dedicati all’emergenza Sars Covid-19.

 

Nicola Serafino

Istruttore BLSD – Istruttore Oxygen – Istruttore First Responder